Vai al contenuto
23 giugno 2016 / Marco Alici

This is LibreOffice


31 dicembre 2015 / Marco Alici

Analisi del 2015


I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 18.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 7 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

10 settembre 2015 / Marco Alici

Supporto multipagina per Inkscape


Inkscape LogoChi usa Inkscape sa che può generare solo una pagina per ogni file.
Non è tutta colpa di Inkscape, ma del formato svg, che attualmente non supporta documenti multipagina.
Comunque è scomodo, per esempio se devi fare una brochure doppia faccia.

Ad aggirare il problema ci pensa una piccola estensione scaricabile da sourceforge: Inkscape multiple pages support.

Per ora l’ho installata sotto Windows e… funziona!

Inkscape_pages

Ci sono anche simpatiche scorciatoie per sfogliare le pagine:
Ctrl + Alt + PgUp: move first page
Ctrl + PgUp: move previous page
Ctrl + PgDn: move next page
Ctrl + Alt + PgDn: move last page
Ctrl + Alt + Insert: insert new page.

Unico “neo” che ho trovato è  nella generazione di file PDF, che – almeno sotto windows – sembra non funzionare.

Anche la generazione dei file PDF funziona: come scritto nella documentazione, viene generato un file per ogni pagina, nella sottodirectory pages-export della propria home-directory (che in windows è C:\Users\<UTENTE>).

Per unire le pagine in un unico PDF l’estensione richiama strumenti esterni (pdfjam per Linux, o pdftk, che è disponibile anche per Windows), da scaricare e installare a parte. Sotto Windows bisogna sistemare la sintassi del comando nell’apposito campo della finestra di esportazione del PDF, poiché ad esempio il percorso del file è scritto nella sintassi unix-like. Quindi gli utenti Windows dovranno avere qualcosa del tipo:

pdftk %i cat output percorso\del\file\exported_file.pdf

Più precisamente, se vogliamo salvarlo nella nostra directory temporanea di sistema, potrebbe essere:

pdftk %i cat output %TEMP%\exported_pages.pdf

essendo %TEMP% la variabile che definisce la nostra directory temporanea (tipicamente C:\Users\<UTENTE>\AppData\Local\Temp, che però è più lungo da scrivere).
Ma scommetto che sotto linux funziona tutto “out of the box”! 🙂

7 Maggio 2014 / Marco Alici

Bufale e complotti in rete. Ne parliamo con Paolo Attivissimo.


In principio erano leggende metropolitane, false notizie che acquisivano di credibilità passando di bocca in bocca: “mi ha detto mio cugino…” Poi è arrivata internet, che inevitabilmente rende tutto più veloce, dapprima con le email ed oggi con i social network.

Ma cos’è una bufala?

Il Devoto/Oli la definisce:  “Notizia giornalistica infondata, imbroglio”.

La rete, i mezzi di stampa e la tv sono a volte così bravi a confezionare una bufala  che spesso anche il lettore più attento la potrebbe prendere seriamente:

[…]

[via FermoLUG]

 

AGGIORNAMENTO (16/05/2014)

Ecco il video integrale (quasi tre ore!) dell’incontro con Paolo Attivissimo.

 

29 aprile 2014 / Marco Alici

Lo smartphone etico


02Cercare di capire come sono fatti i prodotti che acquistiamo, da dove provengono le materie prime di cui sono fatti e in quali condizioni di lavoro sono realizzati: sono domande che tutti dovremmo farci. Trovare le risposte a volte può portare davvero molto lontano.

È quello che è accaduto a un gruppo di giovani olandesi. Grazie a un progetto portato avanti insieme ad ActionAid, Waag Society (fondazione che unisce ricerca, tecnologia, arte e promozione sociale) e Schrijf-Schrijf (impresa sociale nel campo della comunicazione), hanno toccato con mano, ad esempio, le tante, sanguinose e spesso sconosciute guerre che si combattono, soprattutto in Congo, per il controllo dei giacimenti di materiali (tantalio, stagno…) necessari alla famelica industria dell’elettronica di consumo; hanno preso coscienza delle condizioni di lavoro nelle fabbriche, quasi tutte cinesi, che quelle materie prime trasformano nei dispositivi tecnologici che brillano nelle vetrine e sugli scaffali dei megastore occidentali.

Da qui la decisione di “sporcarsi le mani” e provare a vedere se è possibile concepire e attuare un altro modo di fare le cose, secondo criteri di trasparenza, equità, giustizia sociale, rispetto delle persone e dell’ambiente. Come? Facciamo un telefono equo e solidale, un telefono etico (“fair” in inglese): un Fairphone!

La storia di questo progetto è tutta scritta sul sito web di Fairphone, l’impresa sociale omonima fondata da Bas van Abel: “Vogliamo cambiare il rapporto che i consumatori hanno con i prodotti che acquistano” è scritto tra le pagine del sito web. Crediamo che, come conseguenza, impareranno a ricercare un’economia basata su altri valori. Il nostro smartphone non è altro che il risultato di questo ragionamento”.

Ma perché proprio un telefonino? “Avremmo potuto scegliere un tostapane o un frigorifero, ma il telefono è una buona metafora della nostra complessa e interconnessa catena di approvvigionamento”.

Tecnicamente Fairphone è un telefono cellulare apparentemente come i tantissimi che troviamo al banco elettronica dei centri commerciali. Più precisamente è uno “smartphone“, cioè un apparecchio capace di connettersi ad internet per navigare sul web e sui social network, usare la posta elettronica, fare e scambiare foto e filmati e molto altro ancora: praticamente un computer da tasca. In cosa consiste, dunque il suo contenuto etico?

Etico è il modo in cui è progettato: “se non lo puoi aprire, non è tuo”, è scritto sul sito. Fairphone è costruito in modo da poter essere riparato se si rompe (ad esempio potendo cambiare la parte anteriore se si rompe il vetro del dispositivo, che comunque continuerà a funzionare avendo il pannello touch separato dal vetro, a differenza dei suoi concorrenti, che hanno i due elementi incollati insieme), o da poter essere aperto per sostituire la batteria, che ha una vita utile più corta di tutto il resto (negli iPhone non è possibile, tanto per fare un esempio tra i più noti); l’imballaggio è ridotto al minimo indispensabile, una piccola scatola di cartone riciclato, anche grazie all’assenza di accessori come caricabatterie e cavetti, che sono standard e che il 90% degli acquirenti sicuramente avrà già in casa.

© Benjamin Großmann Geese

Etico è anche il modo in cui è realizzato: stagno e tantalio, ad esempio, provengono da miniere africane che aderiscono a progetti di cooperazione internazionale che garantiscono l’assenza di conflitti e di sfruttamento di manodopera; il telaio interno è realizzato in policarbonato riciclato (di ottima qualità, peraltro); per la produzione delle parti e per l’assemblaggio sono state scelte aziende (cinesi) inserite in progetti di salvaguardia delle condizioni lavorative, di equa retribuzione e di rispetto di criteri di sicurezza e di rispetto ambientale; controlli aggiuntivi del rispetto di quelle specifiche sono stati assicurati dalla presenza sul posto dei responsabili del controllo di qualità; il sistema operativo è Android, nella sua versione “open source”, che ne permette il libero adattamento e l’utilizzo senza costi di licenza; come se non bastasse, l’utente ha la facoltà (di norma disabilitata negli smartphone) di sostituire il sistema operativo con altri (a breve dovrebbero uscire versioni di Firefox OS e Ubuntu Touch compatibili).

Tutto questo, ovviamente, non è gratis, altrimenti lo farebbero tutti. L’equità ha un costo: un Fairphone costa 325 euro (più spese di spedizione, dal momento che per ora è acquistabile solo sul loro sito web), cioè qualche decina di euro più dei suoi concorrenti a parità di prestazioni.

Finanziata in parte dalla prevendita – a tutti gli effetti una partecipazione alla realizzazione del progetto – e in parte da fondi privati e da associazioni e aziende che hanno deciso di credere nell’idea, la produzione vera e propria è ufficialmente iniziata nell’estate 2013. Sull’apposito blog è stato possibile seguire passo per passo ogni stadio di avanzamento del progetto: elenco dei principali fornitori, distribuzione dei costi tra le varie voci, eventuali modifiche alle caratteristiche tecniche del prodotto. Il primo lotto di 25.000 pezzi è andato esaurito in prevendita ai primi di novembre, un paio di mesi in anticipo rispetto alle previsioni; già per Natale il primo migliaio di fortunati acquirenti si sono visti recapitare il proprio Fairphone, a sorpresa,visto che secondo il calendario ufficiale le spedizioni sarebbero iniziate tra Natale e Capodanno.

Questa storia dimostra che è possibile concepire e attuare un altro modo di fare le cose. Non solo: la risposta di mercato è apparsa subito al di sopra di ogni più rosea previsione, segno che esiste nel mondo un desiderio diffuso di equità, che aspetta solo di essere intercettato. Basti dire che è stata lanciata subito la prevendita di un secondo lotto di 25.000 pezzi, ma nel momento in cui scriviamo risultano ben 31.626 richieste. Le multinazionali sono avvisate.

(Articolo pubblicato sulla rivista Segno, Aprile 2014)

29 marzo 2014 / Marco Alici

Solo Per Oggi


SoloPerOggi

  1. Solo Per Oggi cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
  2. Solo Per Oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
  3. Solo Per Oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’’altro mondo, ma anche in questo.
  4. Solo Per Oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
  5. Solo Per Oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’’anima.
  6. Solo Per Oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
  7. Solo Per Oggi farò almeno una cosa che non desidero fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
  8. Solo Per Oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’’indecisione.
  9. Solo Per Oggi crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.
  10. Solo Per Oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà.

Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.

(Giovanni XXIII, Decalogo della Quotidianità)

7 marzo 2014 / Marco Alici

Surprising Sunrise


Aloe by MarcoAlici
Surprising Sunrise, a photo by MarcoAlici on Flickr.

I’ve just uploaded a new photo in the Trusty Tahr Wallpaper Submission Group. Would you like it to be among the default wallpapers of Ubuntu 14.04 Trusty Tahr? 😉

31 dicembre 2013 / Marco Alici

2013 in review


The WordPress.com stats helper monkeys prepared a 2013 annual report for this blog.

Here’s an excerpt:

The concert hall at the Sydney Opera House holds 2,700 people. This blog was viewed about 60,000 times in 2013. If it were a concert at Sydney Opera House, it would take about 22 sold-out performances for that many people to see it.

Click here to see the complete report.

27 novembre 2013 / Marco Alici

Stampa 3D: la nuova rivoluzione industriale?


“Cosa è una stampante 3d e come funziona? di quanti tipi possono essere? Per capire le prospettive che la stampa tridimensionale può aprire ascoltiamo l’ing. Marco Alici, che ci ha mostrato una stampante 3D in azione”

(fonte: http://fermostream.blogspot.it/2013/11/blog-post_26.html)

25 novembre 2013 / Marco Alici

Tutorial: how to model and print a Koch snowflake tealight


SONY DSC

I was asked to make some Christmas related gadgets with my 3D printer (a Reprap Pro Huxley), so the first thing that came in my mind was a tealight holder.

Last Christmas I printed this very nice vase, and I thought that the Koch snowflake would have been the shape to give to my tealight holder.

I tried to adapt that 3D model to the dimensions of my tealights (about Ø45x15mm), but after some attempts I decided to make a new model from scratch using my usual Open Source toolbox.

First of all I searched how to get a Koch curve. I found this very simple way using Inkscape, one of my Open Source tools.

I used the L-system tool (Extensions -> Render -> L-system…) with the suggested options:

inkscape_settings

I obtained this curve:

koch_fractal

This is only one of the three sides I needed, but it was enough for now. I saved the file as .svg and closed Inkscape.

Then I opened Blender, another of my favourite Open Source tools, and imported the svg file as a curve:

Blender_import_as_svg

blender_curve

I don’t worry about the dimensions of the curve, now: I converted the curve in a mesh using the Alt+C shortcut, then, in edit-mode, I duplicated the nodes, mirrored them and rotated 60° around the first node. I repeated this step, but rotating the duplicated nodes -60° around the last node. After selecting all and removing duplicated nodes I got this shape:

Blender_curve_03

The screenshot also shows that I put the object origin on the centre of the shape (in object mode, Object -> Transform -> Origin to geometry), then I added a cylinder (radius 22.5, height 15) to simulate the candle and finally I scaled the nodes up by hand so that the candle would fit well inside.

Now that I have the Koch curve, I moved it up 50 mm along Z axis. Then I added a circle (Radius=22.5, Vertices=192). It’s important that the circle have the same number of nodes as the snowflake, to get a topologically correct mesh.

Now it’s time to connect the two shapes. To do that I used the Loft tool. It is available in the LoopTools addon. Maybe you have it disabled, so you have to enable it in the Addons tab in the User Preferences panel.

capture_03122013_105456

Now, in edit mode, you will have access to the tool scrolling the Mesh Tools (left panel in the default configuration); loft tool has some options, available clicking on the left arrow, but we can ignore them for once.

capture_03122013_110321

Just select both loops and click on the Loft button to get this result:

capture_03122013_111820

I subdivided the side edges in 20 parts (Ctrl+R, or selecting all the side edges and using the command Mesh -> Edges -> Subdivide, properly changing the parameters in the corresponding right tab).

Blender_extr_04

I didn’t want straight sides, but a potbellied and twisted shape as the original model. So I activated the proportional editing mode (with the Smooth Falloff). I selected the loop in the middle and I scaled up a bit, using the mouse wheel to change the size of the proportional zone.

Blender_extr_05

In a similar way, I selected the upper loop and I rotated it 30° around the Z axis.

Blender_extr_06

The last step was to add a top and bottom face. In fact I wanted a closed 3D model, because I demanded the upper face deletion to Slic3r, the software I used to generate the gcode .

Then I exported the mesh in .stl format and imported it into Slic3r for the generation of the gcode file.

The model is available on Thingiverse:

Thingiverse 2013-12-03 11-26-07

I printed the tealight holder using the very high quality Glacial Blue PLA filament from Faberdashery.

BZyIrsTIEAE0w6v.jpg:largeThat’s all. 🙂

SONY DSC